C’era una volta un barone tedesco di nome Karl von Drais, che amava molto i cavalli. Un giorno, però, una terribile eruzione vulcanica causò un anno senza estate, e molti cavalli morirono di fame o di freddo. Il barone si sentì molto triste e pensò di inventare un mezzo di trasporto alternativo, che non avesse bisogno di cibo né di cure.
Così, nel 1817, costruì la sua “macchina da corsa”, un telaio di legno con due ruote allineate, di cui l’anteriore era sterzante. Per guidarla, bisognava sedersi su una sella e spingere con i piedi a terra. Il barone chiamò la sua invenzione “draisina”, in suo onore, e la presentò al pubblico in diverse città d’Europa, suscitando curiosità e ammirazione.
Tuttavia, la draisina non era molto comoda né veloce, e molti la consideravano una semplice curiosità.
L’innovazione dei pedali arrivò solo nella metà dell’Ottocento, quando fu creato il velocipede. Questo mezzo aveva i pedali collegati direttamente alla ruota anteriore, che era molto più grande di quella posteriore. Il velocipede era veloce, ma anche pericoloso, perché se si cadeva da quell’altezza ci si faceva male
Alcuni artigiani provarono a migliorarla, aggiungendo freni, sospensioni e altri accessori, ma il vero salto di qualità avvenne negli anni ’80 dell’Ottocento, quando due fratelli inglesi, James e John Starley, inventarono la “bicicletta”, una macchina con due ruote di dimensioni uguali, di cui la posteriore era mossa da una catena collegata ai pedali.
La bicicletta era molto più agile e veloce della draisina, e presto divenne popolare in tutto il mondo. Le persone la usavano per divertirsi, per lavorare, per viaggiare, per fare sport. La bicicletta contribuì anche a diffondere nuove idee e valori, come la libertà, l’uguaglianza, il rispetto per l’ambiente. La bicicletta cambiò la vita di molte persone, e continua a farlo ancora oggi.